venerdì 9 gennaio 2015

“COME LEGGONO GLI SCRITTORI” (18) - FABIO STASSI


L'ultimo romanzo di Fabio Stassi è "Come un respiro interrotto" (Sellerio).

1 - Tutti soffrono del “blocco dello scrittore” prima o poi, ma ti è mai capitato il “blocco del lettore”? Se accade come ti comporti? Ti “abbassi” leggere qualcosa di più “leggero” o non leggi affatto?
Se non trovo un libro che mi piace, sto male. Parto allora alla ricerca. Più che leggere le recensioni, ascolto quello che dicono gli amici, o anche delle persone sconosciute. Entro in una libreria e mi lascio guidare dal caso. Sono strategie, trucchi, è un gioco.

2 - Che genere leggi di più (narrativa, saggistica, poesia)? Di solito leggi libri del genere che tu stesso scrivi? In cosa è differente la tua esperienza di lettura quando leggi qualcosa al di fuori del genere che scrivi?
Leggo soprattutto narrativa, romanzi e racconti brevi. Leggo sempre con l’attenzione di uno che vorrebbe imparare a scrivere e quindi cerco di capire com’è stata raccontata la storia. Credo che un apprendista calzolaio fa la stessa cosa quando ha in mano un paio di scarpe. Prova a indovinarne i segreti, la costruzione. Questo toglie un po’ di piacere, ma acuisce i sensi. Sì, di solito, leggo i libri che vorrei scrivere o aver scritto. È come con la musica, si ascolta di più il genere affine. Ma se capitano altre cose, penso sempre che potranno tornarmi utili, e se sono ben fatti mi viene voglia di cimentarmi.

3 - Dove leggi di solito? A letto? In treno?
Io sono un pendolare da troppo tempo ormai e la lettura in treno è la mia malattia cronica.

4 - Leggi mai per “piacere proibito”?
Non capisco la domanda, ma solo perché la lettura per me è sempre un piacere proibito, un angolo di libertà tra un’infinità di impegni quotidiani. È anche una protesta, un riprendermi il tempo che mi rubano.

5 - Leggi narrativa per ragazzi (Young Adult)? Leggi narrativa di genere?
Sì, non quanto vorrei, ma mi appassiona la narrativa per ragazzi. Con i generi ho un problema, mi piacciono gli scrittori che non si possono classificare, a cui viene bene tutto.

6 - Tendi a leggere libri più brevi o lunghi?
In questo periodo, leggo prevalentemente racconti brevi, perché sono affascinato dalla loro complessità. Ma ho dedicato molto tempo ai classici, e continuo a farlo, e a rileggerli. Ricordo un mese felice di pendolarismo insieme al Conte di Montecristo.

7 - Quando finisci un libro quanto aspetti prima di cominciarne un altro?
Una sera, di solito. Appena ho chiuso l’ultima pagina, se mi è piaciuto, aspetto una sera. Per rispetto. E anche per lasciare depositare le impressioni.

8 - Leggi più libri contemporaneamente?
Prima non mi capitava, adesso sì. Ho il comodino ingolfato. Ne inizio parecchi, ma poi è sempre uno soltanto che continuo da solo.

9 - Leggi con una matita in mano (cioè, prendi appunti a margine delle pagine o da qualche parte)? È importante se lo stai leggendo per recensirlo?
Ho sempre letto con una matita tra le dita. Tutti i miei libri sono sottolineati. Uso l’ultima pagina bianca in fondo per prendere appunti. E la prima per i commenti. Registro di tutto, le note biografiche dei personaggi, alcune frasi, alcuni aggettivi. In passato, quando chiudevo un libro scrivevo una piccola scheda, a mano, di quelle che si usavano per le bibliografie. Mi appuntavo la data di edizione, quella in cui lo avevo letto e un commento a caldo. L’ho fatto per anni. Ne ho riempite quasi mille, in una decina di schedari che conservo impilati sulla mia mensola, poi mi sono stancato e ho smesso. Più che recensioni, raccolgo sempre materiale per un dizionario di personaggi di romanzi dal 1946 a oggi a cui continuo compulsivamente a lavorare.

10 - Se scrivi recensioni/sei un critico leggi il volume più volte prima di sottoporre la recensione? Cominci a scriverla prima di aver finito il libro?
Per le mie schede, ho sempre aspettato di finire il libro. Mi segno magari la chiave di lettura, quando la trovo. Sono convinto che i lettori abbiano piccole illuminazioni quanto chi scriva, e quando si capisce qualcosa del significato di una storia è un momento di grazia. Personale, arbitrario, forse, eppure pieno di felicità. È quel momento che forse inseguo, leggendo.

11 - Come decidi cosa leggere dopo? Tieni conto del fattore diversità quando scegli che libro leggere? (es. cerchi di non leggere solo libri scritti da maschi bianchi?)
È una piccola ispirazione, anche quella di scegliere il libro giusto. A ogni modo, la diversità è una buona guida. Per quanto alla fine è sempre il piacere della scrittura che conta, dello stile. No, leggo molto spesso libri scritti da donne nere e ultimamente anche gialle. 

12 - Quanto è importante per te leggere i libri che sembra che tutti stiano leggendo (il primo in classifica, il vincitore dell’ultimo premio, ecc.)? Leggi libri recenti o più spesso libri vecchi?
La consonanza tra un libro e la mia predisposizione a leggerlo è sempre un affare privato, che va per suo conto e risponde a delle variabili emotive personali e non alle classifiche dei libri. Per me è tuttavia importante sapere cosa si scrive, ci sono autori che seguo e di cui aspetto sempre il prossimo lavoro. Ma sostanzialmente credo di leggere in prevalenza libri vecchi più che recenti perché sono troppe le mie lacune.

13 - Cosa stai leggendo in questo momento? Qual è il tuo libro preferito fra quelli che hai letto ultimamente?

Ho finito ieri L’invenzione di Morel, un romanzo di Bioy Casares del 1941. Libro pazzesco. Ultime cinquanta pagine geniali. È considerato un libro di fantascienza, l’ho letto come una storia d’amore perfetta nella sua impossibilità. Ultimamente, mi ha molto colpito, ma è una mia passione, L’indagine di Saer, uno scrittore argentino che viveva appartato a Parigi e che ha scritto un capolavoro chiamato Cicatrici. L’indagine lo si può leggere come La neve era sporca di Simenon, ma è anche una riflessione completamente interna alla letteratura.  

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